Sconfitta

Devil May Cry

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    The storm is approaching

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    Fandom: Devil May Cry

    Titolo: Sconfitta

    Rating: SAFE

    Wordcount: 600


    COWT Settimana 7, MISSIONE 4 “UN BRIVIDO FELINO”

    Prompt: immagine 3




    Urizen scaraventa Nero contro le radici del Qliphoth e il corpo del ragazzo ruzzola al suolo, straziato.
    Nonostante le ferite, Nero è ancora miracolosamente vivo, ma non più in grado di combattere: a V basta uno sguardo per capirlo. E in quell'attimo, capisce anche che la sua battaglia è persa, il suo piano è fallito. Urizen li schiaccerà tutti come insetti, dal primo all'ultimo.
    Per un istante, attraversato dal panico e dalla disperazione, si sorprende a sorridere: alla fine, Vergil è diventato esattamente quello che voleva. Puro potere oscuro, un concentrato di forza e brutalità, superiore ad ogni altro essere esistente sul mondo terreno e su quello infernale. È persino più forte di Dante e di Nero messi assieme.
    «Per noi è finita! Siamo fritti!» stride Griffon, battendo energicamente le ali e riportandolo alla realtà.
    V lancia un'occhiata frastornata al ragazzo a cui Vergil ha staccato il braccio. Il suo volto è una maschera di sangue ed è quasi irriconoscibile, non fosse per gli occhi di ghiaccio, tipici di tutti i discendenti di Sparda, che sfidano ancora Urizen, incapaci di arrendersi.
    È allora che il sovrano infernale alza una mano, protendendola verso il ragazzo, e concentra il suo potere su un palmo. Non si scomoda a lasciare il suo scanno, come ha fatto durante tutto lo scontro. Urizen trabocca talmente tanto di potere che non ha bisogno di alzarsi per abbattere i suoi avversari.
    Lo ucciderà, pensa V con un brivido che gli corre famelico lungo la schiena. E con Nero, morirà anche la nostra ultima possibilità di sopravvivere.
    Nero vede il demone caricare il colpo, ma non può fare nulla per evitarlo. Le sue membra stremate non rispondono più.
    Poi, quando ogni speranza sembra perduta, uno sparo di pistola riecheggia dentro il ventre del Qliphoth, e un proiettile scalfisce la pelle coriacea di Urizen, colpendolo poco sopra un occhio.
    V e Nero voltano la testa e a due metri dalla loro posizione vedono il leggendario devil hunter di nuovo in piedi.
    «Secondo round» annuncia Dante nel suo solito tono beffardo, ma il respiro affannato e le rughe che solcano la sua fronte tradiscono tutta la sua stanchezza, tutta la sua preoccupazione.
    Sotto gli occhi attoniti dei due ragazzi, il cacciatore di demoni rinfodera le pistole e richiama i suoi poteri demoniaci.
    In una vampata di fuoco, Dante si spoglia delle sue sembianze umane e rivela l'eredità primordiale che gli ha tramandato il sangue di Sparda. Scaglie e placche ossee divorano la sua carne, alterando le sue fattezze. Gli occhi, dapprima identici a quelli di Nero, ora fiammeggiano come due tizzoni ardenti. Infine, sulla schiena di Dante, gemmano due protuberanze che gli lacerano i vestiti e si spalancano in mostruose ali infuocate.
    Il demone figlio di Sparda si alza in volo per scagliarsi contro Urizen con la spada già sguainata.
    «V!» tuona la sua voce, mentre tiene impegnato il titanico avversario. «Porta Nero via di qui, è stata una pessima idea!»
    V riconosce che Dante ha ragione, per una volta. Corre da Nero e lo aiuta a rialzarsi, appellandosi alle poche forze a sua disposizione.
    «Posso ancora combattere!» protesta Nero.
    Ma Dante non ammette discussioni.
    «Nero, vattene! Sei solo un peso morto!»
    Il demone rosso rivolge un ultimo sguardo ai ragazzi che si trascinano via dal luogo dello scontro, e poi a Trish e a Lady, ancora svenute a pochi metri da lui.
    Sa di non poterle proteggere e può solo sperare che Urizen, nei più remoti meandri della sua mente disturbata, serbi ancora un po' dell'onore che ha sempre contraddistinto Vergil. Solo così, forse, le sue compagne si salveranno.
     
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