Il Team Kùlo colpisce ancora (capitolo 2)

Originale, COWTverse

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    Fandom: Originale, COWTverse

    Titolo: Il Team Kùlo colpisce ancora (capitolo 2): Le cento bestie

    Rating: SAFE

    Wordcount: 1000


    COWT Settimana 7, MISSIONE 1 – PARTE A “DEPOSITARI DELLA CONOSCENZA”


    «Ne scrivesti davvero cento, Black?» domandai un giorno con ammirazione a BlaCkreed, che era appena arrivata in CatCaverna per supportarci nelle ultime settimane del COWT.
    Essendo una delle nuove leve del Kulutrek, molte cose riguardo alle precedenti edizioni del Clash mi erano ignote, ma ero curiosa e affamata di storie sui nobili maghi del passato che avevano combattuto per la gloria nelle Lande di Fandom; così mi dilettavo spesso, la sera, ad ascoltare i racconti di Kure, di Chibi e delle altre veterane del Team Kùlo in CatCaverna.
    Seppi così che Black era riuscita a scrivere ben cento drabble durante la nona edizione del COWT, impresa che aveva poi condotto i maghi alla vittoria.
    Mentre loro parlavano e narravano di certe antiche gesta, mentre ricordavano le compagne che avevano combattuto al loro fianco, leggevo nei loro occhi un fervore immenso, una passione velata di nostalgia che pulsava ancora vivida nei loro cuori, mai scalfita dagli anni o dalle sconfitte del passato.
    Voglio scrivere per loro, ricordo di aver pensato allora. Per la gloria di questo team, e per il mio amore ritrovato per la scrittura.
    Lo stesso doveva aver pensato Iper, valorosa compagna del Kulutrek e complice inconsapevole dell'Incidente che di lì a pochi giorni portò il mondo COWTiano al tracollo.

    Fu per onore di Black, dunque, oltre che per la tentazione della carta Maracaibo, che io e Iper accarezzammo l'idea di scrivere cento drabble a testa per la Missione 5 della settimana in corso, ‘Sic transit gloria mundi’ - missione grazie alla quale scoprimmo anche, in seguito, di essere tutte delle capre in latino.
    L'idea di fare Punti Magia, o di sgominare i nostri avversari battendoli per numero di storie era solo secondaria, vedete: noi scrivevamo per l'onore della squadra e per la soddisfazione personale.
    Così, a partire dal 12 marzo, quando ancora la Maracaibo non mi era stata assegnata ufficialmente, cominciai a scrivere drabble.
    Probabilmente ridereste se vi dicessi che nella mia altalenante carriera di fanwriter ho pubblicato solo due raccolte di drabble in totale, rispettivamente di tre e di quattro capitoli; rispettivamente abbandonate nel 2008 e nel 2017. Eppure è così. Non sono mai stata una scrittrice di componimenti brevi (se non ci credete, chiedete alle mie partner di role), ragion per cui l'impresa mi pareva inizialmente folle e fuori dalla mia portata, ma che volete che vi dica: è il potere del COWT.
    Certo, in real life ero in quarantena per l'epidemia da coronavirus; certo, avevo molto tempo libero; certo, la mia ispirazione era un vulcano in piena attività. Eppure sono sicura che senza la possessione da COWT io quelle centoquaranta drabble non le avrei mai tirate fuori in poco più di una settimana, nemmeno accendendo un cero a tutti i santi del calendario.
    Decisi quindi di scrivere almeno cento drabble su Devil May Cry, il fandom che più mi prendeva in quel periodo, e con Iper iniziai a fillare i prompt. Riempimmo allegramente l’Excel creato da Kure a beneficio di tutto il team per tenere sott’occhio i progressi settimanali della squadra.
    Ricordo ancora con gioia quelle giornate dedicate interamente alla scrittura! Mi alzavo, salutavo la CatCaverna con la testa persa tra nuvole di parole in gruppi da cento, meditando pillole di slices of life, di horror e di pwp, e picchiavo sulla tastiera fino al calare della sera, quando nella nostra base regnava il silenzio e solo Lucipurr e Kure, da eccezionali creature notturne quali sono, restavano sveglie.
    In qualche modo, riuscii a tener fede alla mia tabella di marcia. Di giorno in giorno mi avvicinavo sempre più all’obiettivo di tirare giù quelle cento drabble, che con l’amore di una madre avrei poi ribattezzato i ‘Cento demoni piangenti’.

    Dovevamo essere intorno al 20 di marzo quando l’Excel del team Kùlo, dopo aver superato il ragguardevole numero di trecento storie complessive per la settimana corrente, si impallò.
    «Ragazze?» fece Tatsu ad un tratto, guardando preoccupata la tabella. «Excel non registra la storia che ho appena scritto per la M3.»
    «Anche a me dà lo stesso problema per la M1» notò Gwen.
    «Ma voi riuscite a ritrovare le vostre storie?» domandò Harriet, che quella settimana era vincolata a scriverne cinque per la carta Ali Fatate di Abilene. «Io qui vedo solo drabble!»
    «Maracaibo!» canticchiammo io e Iper, sollevando per la prima volta lo sguardo dallo schermo del pc. «Scusate, è colpa nostra.»
    «Chiediamo a Kure» propose Arwen. «Excel non aggiorna nemmeno il wordcount. Sono a tremila parole e nella mia favola la principessa Miracazzi non è nemmeno vicina a spezzare la maledizione.»
    «A proposito...» Broken interruppe il suo streaming di League of Legends e si guardò attorno. «Dov’è Kure?»
    «Oggi non l’ho vista» osservò Chibi.
    «Manca anche Valy...» aggiunse Mels, che intanto era alle prese con “Parole (impronunciabili) che il cuore sussurra”.
    «Tiè, un altro demone piangente da 100 parole tonde, Excel caro.»
    «Ragazze, forse è meglio non inserire più storie fin quando...»
    «...Ed eccotene un’altra da 200 su ‘The man in the high castle’.»
    BURP.
    Sussultammo, interrogandoci tutte con lo sguardo.
    «Cos’è stato quel rumore?» chiese Diana, perplessa.
    «Slackbot?» propose Irgio, ma nemmeno lei ne era così convinta. Slack era molto esplicito quando voleva essere molesto, non si esprimeva di certo con versi sommessi.
    «Forse viene dalla Taverna» ipotizzò allora Macci. Poi tornò a guardare la sua casella di Excel e notò che l’intera riga era vuota, come se non vi avesse inserito nulla fino a quel momento. «Ehi! Excel si è mangiato la mia storia!»
    «Strano...» commentò Kandra, avvicinandosi a guardare la tabella da vicino. «Forse abbiamo sbagliato a digitare noi?»
    «Che cosa succede, ragazze?» Anche Black venne avanti e analizzò il programma, insospettita. Da che aveva memoria, nessuna versione dell’Excel di Kure aveva mai dato un problema simile.
    «Sicuramente è solo un problema temporaneo» feci spallucce e provai a inserire un’altra drabble – un pornino tra Dante e Vergil di cui andavo particolarmente fiera – per la ‘Sic transit gloria mundi’.
    Allora seppi che non era affatto un problema temporaneo.
    Era un problema colossale.
     
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