Blood brothers (capitolo 18)

Dragon Ball

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    Fandom: Dragon Ball

    Titolo: Blood brothers (capitolo 18 - L'ultima battaglia)

    Rating: SAFE

    Wordcount: 2600


    COWT Settimana 7, MISSIONE 3: “SARÒ IL TUO SCUDO”

    Prompt: Warning: Hurt/Comfort



    « Sì! Digli di riportare in vita tutte le persone uccise da Omega, per favore Dende! »
    « Subito! » riecheggiò la voce del giovane namecciano.
    Goku sorrise, aspettando che arrivasse in risposta anche la voce del drago.
    « Il vostro desiderio è stato esaudito... » dichiarò Polunga. « ...Vi rimane ancora un terzo desiderio... »
    Goku e Vegeta si guardarono, pensierosi.
    « Non abbiamo altro da chiedere... » disse Goku.
    « Sei sicuro Son Goku? » gli ripeté il drago « Questa è l’ultima occasione che hai per chiedere ciò che vuoi... non vi sarà più possibile evocarmi, in futuro... »
    « Sì, lo sappiamo... » rispose Goku con leggero rammarico « So che sarà dura fare a meno delle sfere del drago, ma ci impegneremo affinché non siano più necessarie. Giusto? »
    Vegeta sorrise in risposta. « Giusto »
    « Non abbiamo nessun altro desiderio... puoi andare! E grazie di tutto. »
    « Bene... addio... valorosi guerrieri... »
    Goku tirò un sospiro colmo di sollievo e serenità.
    « Ci pensi?! Tutti i nostri amici staranno tornando in vita, sulla Terra! »
    « Già » disse Vegeta, con un’espressione molto simile in volto « Non vedo l’ora di ritornare alla... »
    I due saiyan si resero conto, nello stesso istante, di non avere più un mezzo per tornare a casa.
    « Accidenti! » esclamò Goku « Dende! Ehi Dende!! Chiedi a Polunga di teletrasportarci sulla Terra! »
    « Oh, no... mi dispiace Goku! » rispose dopo qualche secondo Dende « Il drago è già scomparso! »
    « Non importa » intervenne Vegeta « Basterà che avvisi gli altri, verranno a prenderci con una navicella. »
    « Questo posso farlo, sì! Chiamerò subito i vostri amici! Ce la fate a resistere vero? »
    « Certamente, non preoccuparti » affermò Goku « Abbiamo resistito al combattimento, resisteremo anche adesso. »
    « Perfetto! Allora non muovetevi di lì, e cercate di non sforzarvi! »
    La voce di Dende scomparve, segno che stava già per mettersi in comunicazione con la Terra.
    « Bene...! Non ci resta che aspettare » fece Goku, sdraiandosi stancamente a terra.
    « Sembra che sia finita, finalmente... » sospirò Vegeta sedendosi accanto a lui.
    « Sì... ce l’abbiamo fatta... » il saiyan sorrise « Ci pensi? Abbiamo sconfitto il guerriero più forte di tutte le dimensioni! Nemmeno nel futuro, siamo riusciti a farcela. »
    Vegeta accennò un sorriso. « Le nostre controparti del futuro sarebbero molto sorprese della notizia. »
    « Chissà come la prenderanno i nostri. »
    « Come minimo festeggeremo con un banchetto! »
    « Quello è il minimo » sbuffò Vegeta « Non abbiamo salvato soltanto l’universo, ma addirittura le dimensioni! »
    Goku rise di gusto, ma tossì per lo sforzo.
    « Sei ridotto proprio male, Kakaroth » lo sbeffeggiò Vegeta.
    « Senti chi parla! » lo rimbeccò l’altro.
    Passarono un paio d’ore dall’ultima comunicazione con Dende e, nonostante le gravi ferite riportate nello scontro con Omega, i due saiyan cominciavano a sentirsi un po’ meglio.
    « Vegeta... » chiese Goku, guardando il compagno « Ce la fai a camminare? »
    « Certo » rispose il principe dei saiyan « Perché? Che vuoi fare? »
    « Pensavo... magari, se cercassimo verso ovest potremmo trovare qualche navicella degli eserciti della galassia dell’ovest sconfitti. »
    « Mi sembra una buona idea, anche se dubito che dopo il nostro scontro sia rimasto ancora qualcosa di integro laggiù. »
    « Tentare non nuoce. »
    Goku si rimise in piedi, seppure con qualche difficoltà.
    « Muoviti avanti! Perde chi arriva ultimo! »
    « Ehi! » esclamò Vegeta, vedendolo correre davanti a lui come meglio poteva, trascinandosi una gamba ferita « Sei partito in anticipo, vigliacco! »
    Con uno scatto non meno sofferto, però, il principe riuscì a raggiungere quello che un tempo era stato il suo eterno rivale. Quello che ora, era probabilmente il suo migliore amico.
    « Sei lento, Kakaroth! » ghignò, superandolo.
    « Pensa un po’ per te...! »
    Risero entrambi, col cuore leggero come non lo avevano più da tre anni. Non era solo la soddisfazione di aver vinto la loro più grande battaglia, di aver superato i limiti più impensabili, ma di aver liberato popoli ed interi pianeti dalla schiavitù di Omega. Di aver restituito a molteplici universi la pace e la speranza nel futuro.
    Ma nessuno dei due sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che ridevano così, insieme.
    Non ebbero nemmeno il tempo di fare tre metri, che un fulmine blu elettrico li abbagliò. Vegeta lo vide con la coda dell’occhio partire da qualche parte alle sue spalle e oltrepassarlo. Restò immobile, paralizzato dal terrore, perché se quel raggio non aveva colpito lui, non poteva che aver investito chi gli stava dietro.
    « KAKAROTH! » urlò il saiyan, girandosi con uno scatto. Ma era troppo tardi.
    Vide Omega ancora col braccio teso a seguito dell’attacco. Era agonizzante; probabilmente aveva usato le sue ultime forze per quel raggio di energia. Con un rantolo il mostro che aveva terrorizzato a lungo gli universi, che aveva ucciso tutti i loro amici, sulla Terra, emise il suo ultimo respiro e stramazzò a terra, senza vita.
    Goku era in piedi poco più indietro di Vegeta, come pietrificato, quasi non si fosse ancora reso conto dell’accaduto. Si portò ambo le mani al torace sentendo il sangue caldo scivolargli tra le dita. Omega l’aveva trapassato da parte a parte.
    Guardò la ferita e rialzò il mento, tremolante, lanciando a Vegeta uno sguardo indecifrabile, e un rivolo di sangue sgorgò dalle sue labbra, seguito da un colpo di tosse.
    Le gambe allora gli cedettero. Goku cadde dapprima in ginocchio, poi si lasciò andare a terra.
    Vegeta lo raggiunse di corsa, si gettò in ginocchio accanto a lui e, dopo averlo riportato in posizione supina, premette immediatamente una mano sopra le sue, aiutandolo a trattenere la fuoriuscita di sangue.
    « Kakaroth... » sussurrò col cuore in gola.
    « V... Vege… t.. » sillabò Goku, tossendo ripetutamente sangue.
    « Ehi, ehi... » mormorò Vegeta con malcelata agitazione, tenendogli il busto sollevato da terra « Non ti agitare, risparmia il fiato. Andrà tutto bene, saranno qui a momenti... Devi solo... resistere. Devi resistere, okay? »
    « Ugh... Vegeta... io non... »
    « Ce la farai! » esclamò Vegeta, mentre la paura gli artigliava il cuore in una stretta feroce « Abbiamo vinto, quel bastardo è morto! Tu ce la farai, ce la DEVI fare. »
    Premendogli ancor più le mani sulla grave lacerazione, ripeté ancora, quasi supplicandolo: « Resisti... resisti ancora un po’, Goku. »
    Goku sorrise, ma era un sorriso triste, desolato, sofferente. Era il sorriso di chi stava dicendo addio.
    « Non credo... d..di potercela fare, Vegeta... »
    « Certo che ce la farai! » ribadì Vegeta, ora con una nota di disperazione nella voce « Non puoi... non puoi morire ora! Non dopo aver vinto questo scontro. Non dopo... dopo aver lasciato andare quel maledetto drago! »
    « A..avrei dovuto... stare più attento... » riuscì a rispondere Goku tra un colpo di tosse e l’altro. Che... stupido... »
    « Smettila! » lo rimproverò Vegeta, con gli occhi gonfi di lacrime « Siamo stati in due ad abbassare la guardia, ma non potevamo immaginare... non potevamo aspettarci una cosa del genere... »
    « Forse... ugh.. forse hai ragione » Goku cominciò a perdere tutte le poche forze rimastegli, tanto che dovette abbandonare completamente la testa sul braccio di Vegeta. Ansimava, gli occhi gli si chiudevano da solo.
    « Lo sai... » sussurrò, sempre con quel sorriso crudele sulle labbra « Non ho... non ho mai avuto paura di morire... m..ma adesso... adesso... »
    Vegeta lo fissava in silenzio, attento. Quasi come se una parte di sé sapesse già che quella era la loro ultima conversazione, che quelle sarebbero state le sue ultime parole.
    « Io... » bisbigliò Goku, mentre la voce gli moriva in gola e una lacrima gli scivolava dagli occhi, bagnando l’avambraccio del compagno. « Vorrei restare... Vorrei restare per i ragazzi, per Chichi... per te... »
    Il viso di Vegeta si contrasse, subito inondato dallo stesso dolore del fratello che aveva combattuto al suo fianco.
    « Non voglio perdervi, Vegeta... »
    « Non ci perderai » disse subito Vegeta, asciugandogli con delicatezza le lacrime. « Non succederà mai, capito? »
    Goku si strinse a Vegeta come meglio poteva. Annuì debolmente, anche se sapeva che era una bugia. Ora che anche il pianeta dei Kaioh era stato distrutto, il paradiso non era più lo stesso di prima; non avrebbe più potuto mantenere il suo corpo, forse avrebbe anche perso la sua anima. E naturalmente, senza sfere del drago, non aveva possibilità di tornare in vita.
    Il saiyan chiuse gli occhi, concentrandosi solo sul calore dell’aura che lo avvolgeva, quell’aura che avvertiva sempre accanto a sé, ma mai così forte come adesso, stretto tra le braccia di Vegeta.
    Quando riaprì gli occhi, stancamente, li rivolse al cielo notturno. Vide centinaia, migliaia di stelle: brillavano come lontani riflettori puntati su di loro.
    Ricordò quanto piacesse a lui e a Vegeta osservarle, distesi in silenzio l’uno accanto all’altro, quando si allenavano su Pheshan C2R. E non c’era forse lo stesso cielo pieno di stelle, la notte in cui avevano ricevuto gli amuleti, la notte, cioè, in cui la leggenda dei fratelli di sangue si era avverata?
    « C’è una bella nottata... » commentò Vegeta, quasi leggendogli nel pensiero « Non trovi? »
    Goku annuì di nuovo e sorrise con nostalgia. « Sì... Sembra tutto.. come allora, vero? Come... come otto anni fa, quando... »
    « Quando abbiamo guardato il cielo di Pheshan insieme. Sì... me lo ricordo » disse Vegeta, sforzandosi di sorridere a sua volta.
    Erano stati così spensierati, in quel periodo, prima della comparsa di Omega da un altro universo, che alla luce dei recenti eventi, sembrava di sognare pensando al passato. I ricordi si affollarono nelle menti dei due saiyan, riportandoli al silenzio. Goku, però, sapeva che a breve non avrebbe più avuto la forza di parlare: le forze gli scivolavano via dal corpo, cominciava a non sentirsi più le braccia e le gambe, gli occhi minacciavano di chiudersi definitivamente. Ma doveva dire ancora molte cose importanti a Vegeta, non poteva più lasciarsi trasportare dai ricordi.
    « Ehi... Vegeta... » mormorò «Ho due favori da chiederti... »
    « Chiedimi quello che vuoi » tagliò corto il principe.
    « Beh... per cominciare » iniziò Goku, strizzando gli occhi per il dolore « Gotan... lui è... ancora piccolo... So che è molto forte, ma... » Le lacrime scesero veloci e crudeli sui suoi zigomi, senza che lui potesse fare niente per trattenerle. « Ha ancora bisogno di un padre... e so... che si sentirà solo, senza di me... »
    Più di quanto immagini, pensò Vegeta, fissando adesso con comprensione il dolore di un padre costretto ad abbandonare il proprio piccolo.
    « So che non sarà facile... ma tu, per lui... sei come un secondo padre... solo tu puoi... stare dietro a quella piccola peste e... solo tu puoi allenarlo, come farei io... perciò... »
    Un nuovo colpo di tosse lo costrinse a fermarsi.
    « Non preoccuparti, penserò io a Gotan » gli assicurò Vegeta, tamponandogli le labbra sporche di sangue «Non sarà da solo. Sai che ci saranno Gohan, Goten, Trunks e Vegetto... Ci saranno Chichi e Bulma, e ci sarò sempre io, per lui. Lo allenerò proprio come avresti fatto tu. »
    « Grazie... » sussurrò Goku, sollevato. « Digli... digli che mi dispiace. Digli che non lo dimenticherò mai e digli... che gli voglio bene... »
    « Glielo dirò » fece Vegeta, cercando di rassicurarlo « E ricorda che lui vuole troppo bene a suo padre per avercela con lui, lo sai... perciò smetti di sentirti in colpa. »
    Goku abbozzò un sorriso. « Abbraccialo per me... e anche Vegetto. »
    « Lo farò » promise Vegeta.
    « Inoltre » riprese Goku « Prenditi cura della mia famiglia. So che Gohan e Goten sono grandi, ormai, ma... »
    « Lo farò » lo interruppe Vegeta. Anche lui aveva figli adulti, perfettamente in grado di badare a loro stessi, ma sapeva cosa significava essere padre. « La tua famiglia è anche la mia, ormai, lo sai. E anche la Terra.
    È la mia seconda casa. »
    Era anche il posto in cui si erano scontrati per la prima volta, pensò Vegeta con nostalgia.
    Goku chiuse gli occhi, il sorriso bagnato da sangue e lacrime. « Ti ringrazio di cuore. Per tutto. »
    « Non devi ringraziarmi di niente, e sai perché » gli ricordò Vegeta, stingendolo un po’ più forte. Erano fratelli, ormai. Uniti da un legame più forte del sangue.
    « Per quanto tu sia stato stronzo in passato... » ricordò Goku, adesso azzardando persino una risata « Ti voglio bene... »
    Il cuore del principe saltò un battito. La sua presa sul corpo del fratello si sciolse per un attimo, per rafforzarsi un attimo dopo, disperato.
    « Anch’io... » ammise, con una dolcezza che non sapeva nemmeno di possedere « Non te ne dimenticare. »
    Goku sorrise ancora, senza più guardarlo. Anche se fosse riuscito a riaprire gli occhi, era sicuro che non avrebbe messo a fuoco niente di ciò che lo circondava.
    « Grazie... per averlo detto... »
    Anche dagli occhi di Vegeta, ora presero a scivolare le lacrime. Strinse Goku, in silenzio, come per cercare di trattenere a sé l’aura che stava inesorabilmente spegnendosi.
    Goku si sentì mancare le forze, come se un sonno innaturale lo stesse ghermendo. La testa sembrò svuotarglisi di colpo, le dita persero la presa, staccandosi da quelle del principe a cui erano legate. Poi il palpito del suo cuore cessò e la sua mano ricadde al suolo, fredda.
    Per Vegeta l’impercettibile rumore di quel tonfo fu come un colpo di cannone. Una lacrima si staccò dal suo mento, ora rigido e terrorizzato.
    La fronte di Goku si abbassò leggermente, piccoli ciuffi disordinati di capelli neri ricaddero sui suoi occhi, come se anche la brezza che fino ad un attimo prima li aveva animati si fosse spenta di colpo. Rivoli di sangue e lacrime cessarono di avanzare sul viso del saiyan che per tutta la vita aveva protetto la terra, e poi l’universo intero. Dalle labbra di Goku non usciva più alcun fiato, il petto era immobile e composto come il resto del corpo, la ferita al torace aveva smesso di sanguinare.
    Vegeta fissava qualcosa che non vedeva, davanti a sé, con occhi vacui e increduli. Non sentiva nulla, non riusciva a percepire niente dentro e fuori dalla sua persona; avvertiva solo un immenso deserto, il deserto in cui aveva appena smarrito una parte di se stesso.
    Gli mancò il respiro per qualche attimo, ma appena lo riacquistò, riuscì a chiamare quella metà perduta col suo nome.
    « Goku... »
    Guardò il viso di Goku e si rese conto, con una nuova stretta al petto, di non averlo mai visto così livido e imbrattato di sangue.
    « ...Kakaroth...?! » ripeté accarezzandogli la fronte, quasi volesse svegliarlo da quel sonno eterno con i suoi gesti.
    « Ehi, Kakaroth... » insisté e lo scosse leggermente dalle spalle, sperando che quegli occhi si aprissero ancora un’ultima volta.
    Ma Goku non era altro che un corpo privo di vita, ormai.
    Vegeta gridò ancora il suo nome, sconvolto, e lo strinse ancora a sé, adagiandogli la testa sul suo petto.
    « Rispondimi, ti prego... »
    Ma solo il silenzio rispose al principe dei saiyan, che dopo aver assaporato, seppure per poco, la fine della battaglia contro Omega e la gioia per un nuovo futuro, precipitava ora nella più nera disperazione.
     
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