Le accurate profezie di Basil Hawkins

One Piece

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  1. Vegethia
     
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    The storm is approaching

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    Fandom: One Piece

    Titolo: Le accurate profezie di Basil Hawkins

    Rating: SAFE

    Note: Meta-Fandom, AU, Crossover sottinteso, Delirio mentale condito da sensi di colpa dell'autrice

    Genere: Comico, demenziale

    Wordcount: 2500


    COWT Settimana 4, Missione 2: Ideali a cui aspirare

    Prompt: 15. Il Diavolo




    Nota importante: in questa storia si fa un accenno all'influenza da Coronavirus come malattia immaginaria, perché nell'universo dei personaggi non esiste. Se ciò urta comunque la vostra sensibilità, non leggete.




    «Ripetimi perché siamo qui» disse Lucci a Kaku mentre guardava con cupo sdegno i giostrai, i giocolieri e la miriade di fenomeni da baraccone che popolavano il Luna Park di Gran Tesoro. Quell'ambiente irriverente era quanto di più distante da lui potesse esistere.
    «Califa ha approfittato delle ferie per andare a trovare Lusky» cominciò a elencare Kaku, gettando il bastoncino dello zucchero filato in un cassonetto di passaggio. «Kumadori, è andato a visitare la tomba della madre. Spandam è in quarantena perché ha paura di essersi preso il Covid-19. Blueno e Fukuro l'hanno scaricato alle infermiere di New Marineford e sono rimasti bloccati lì. E noi, beh...»
    «Avete perso una scommessa col sottoscritto!» gongolò Jabura, tracannando un sorso dalla sua fiaschetta di alcol. «Non solo hanno chiuso gli uffici governativi, hanno persino rimandato il Reverie alla fine dell’anno!»
    Lucci sbuffò, senza degnare il rivale di uno sguardo. «L’ignoranza prolifera in un mondo di idioti...»
    «Però c’è un lato positivo, ricordi?» Kaku sorrise, cercando lo sguardo del compagno. «Camminare accanto ad un cinese ci salva dalla gente scema.»
    Lucci passò distrattamente una nocciolina ad Hattori e sospirò. Almeno su questo punto, non aveva niente da obiettare. E per quanto non fosse disposto ad ammetterlo, era sempre meglio accompagnare Jabura a farsi leggere i tarocchi da un ciarlatano, piuttosto che portare quel leccapiedi di Spandam al pronto soccorso per una malattia immaginaria.
    «Dovreste ringraziarmi!» sghignazzò Jabura, fiero di seminare terrore anche solo con la sua presenza grazie alla fobia per il Coronavirus che imperversava nel mondo degli Intercessori.
    Dopo qualche minuto di cammino, il trio arrivò in vista di una costruzione alquanto singolare, defilata rispetto a tutte le altre attrazioni del parco. Era una specie di gazebo circolare, interamente ricoperto da una tenda di velluto color porpora, con drappi di seta rosa che ne ornavano la volta e sulla cima una bizzarra bambolina fatta di paglia e chiodi.
    «È qui che lavora il tuo famoso ciarlatano?» domandò Lucci guardando il tendone con sufficienza.
    «Ma sei scemo!? Abbassa la voce!» abbaiò Jabura, cominciando a sudare freddo. «Vuoi che ci butti il malocchio addosso?!»
    «Non dovrebbe già sapere che siamo qui, se è davvero un mago?» chiese Kaku, incrociando le braccia al petto.
    «Ti ci metti anche tu, maledetta giraffa dal cervello quadrato?!» Jabura tirò i colleghi più vicini a sé e, come un cospiratore che tramasse un omicidio, cominciò a sussurrare: «Basil Hawkins è il più grande stregone del mondo. Anzi, dell'intero universo! Si dice che le sue predizioni siano infallibili e che influenzino non solo la nostra dimensione, ma anche quelle distanti dalla nostra. Ha predetto la fine dell'era di Barbabianca, l'ascesa del Cane Rosso, il finale di Naruto, l'affondamento del Titanic.» Jabura si fermò, deglutì e lanciò un'occhiata reverenziale alla struttura. «Si dice anche, però, che sia piuttosto suscettibile e che non si faccia scrupoli a scagliare maledizioni su chi non gli garba...»
    «L’incidente dell'alleanza tra Supernove...» ricordò Kaku, pensieroso.
    «Precisamente.» Annuì Jabura, solenne. «Non era un mistero che Eustass Kidd e Scratchmen Apoo gli stessero sul culo!»
    «Questo non ha alcun senso» fu il commento sprezzante di Lucci «È stata solo una coincidenza.»
    «Buonasera a voi, soldati della Giustizia.»
    Una voce calma e profonda arrivò dalle loro spalle, accompagnata da un leggero fruscio di velluto.
    Kaku e Jabura trasalirono e persino Lucci, dietro la sua marmorea espressione d’indifferenza, provò un leggero turbamento quando si voltò e vide l’uomo fermo appena oltre la tenda. Aveva i capelli lunghissimi, di un biondo impossibile, che portava sciolti sulle spalle in una marea di morbide e lucenti onde, e due occhi cremisi, brillanti come tizzoni incandescenti.
    Certo tutto si poteva dire di quel ciarlatano, meno che passasse inosservato.
    «Ti stavo aspettando, Rob Lucci.» Sentenziò Basil Hawkins, con sguardo penetrante e un sorriso emblematico.
    Kaku raggelò e lo stesso fece Hattori, sulla spalla del suo padrone.
    Lucci sostenne lo sguardo del Mago con spregiudicatezza. «Ci conosciamo?»
    «Non proprio» rispose quello, il sorriso già scomparso dalle labbra. «Ma sapevo che saresti venuto.»
    «Ehi, ehi...» si animò all’improvviso Jabura «Ho preso io l’appuntamento per un consulto!»
    «Tuttavia il destino ha voluto che il tuo miglior nemico venisse con te» osservò Hawkins investendo il Lupo col suo sguardo misterioso «Non lo trovi curioso, Maestro del Tekkai?»
    Jabura restò stupito, come se gli fosse stata rivelata una verità incontrovertibile. Guardò Lucci e poi di nuovo il Mago, e riuscì solo ad annuire meccanicamente. Kaku non sapeva come interpretare la situazione, ma la trovò piuttosto inquietante. Lucci pensò che quell'Hawkins, oltre ad essere appariscente e ad avere gusti discutibili in fatto di abbigliamento, era anche un abile manipolatore di menti appena abbozzate come quella di Jabura, ma non ebbe il tempo di controbattere.
    «Su, venite dentro. È bene che di certe cose non si parli alla luce del sole.»
    «Ma... ma signore» protestò Jabura «Il mio consulto? È urgente, domani mi vedo con una donna...»
    Basil si limitò a sollevare una mano. «Ogni cosa a suo tempo. Avrai le tue risposte, ma non dobbiamo indugiare oltre. Ci sono cose più urgenti e importanti che lui deve sapere.»
    A Jabura non andava affatto di aspettare, ma d’altra parte, memore delle disgrazie di quel povero bastardo di capitan Kidd e della sua cricca, non osava inimicarsi Basil Hawkins
    «Okay, sentiamo cosa ha dirti il Mago.»
    «Per quale ragione dovrei stare a sentirlo?»
    Jabura si avvicinò a due centimetri dalla faccia di Lucci e ringhiò sommessamente: «Perché ho pagato io per questo appuntamento, perché hai promesso sulla testa del pennuto che mi avresti accompagnato se avessi perso la scommessa, e perché se non lo fai dirò a quei coglioni dei Nobili Mondiali che vi ho contagiati tutti coi miei germi cinesi!»
    Lucci serrò i pugni, stizzito. Ci mancava solo di finire in quarantena per quella boiata dell’altro mondo!
    «D’accordo» accettò alla fine, rivolgendosi al Mago. «Ma vediamo di sbrigarci, se non vuoi che controlli la tua licenza.»
    Basil rispose con un lieve, serafico sorriso. Un sorriso che Eustass Kidd aveva imparato a temere, ma loro non potevano saperlo.

    In pochi minuti, furono pronti per la lettura dei tarocchi; Kaku e Jabura seduti su due piccoli sgabelli vicino all’ingresso del gazebo, Lucci e Hawkins su due poltroncine attorno ad un tavolino rotondo, posti uno di fronte all’altro. La fioca luce delle candele accendeva barbaglii sinistri nei loro occhi.
    «Solo un'ultima cosa. Anzi, due, per la verità.» Parlò il Mago.
    «Sentiamo.»
    «Niente piccione: potrebbe alterare la lettura. E mi serve qualcosa di tuo. Diciamo... un capello, potrebbe andare.»
    «Stai scherzando?» Soffiò Lucci, scandalizzato dalla richiesta.
    «Attento, Gatto.» Lo minacciò Jabura alle sue spalle «Ricorda il nostro patto!»
    Lucci sbuffò, appellandosi a tutto il suo autocontrollo per non alzarsi e mandare a quel paese Basil Hawkins e il suo ridicolo teatrino. «E sia. Facciamola finita. Hattori...»
    Il colombo si animò immediatamente. Incrociò per un secondo gli occhi dell'amico e un attimo dopo gli tirò via un capello, stringendolo nel becco. Quindi lo posò sul tavolo, dinnanzi a Hawkins, e svolazzò in cerca di un nuovo trespolo, che trovò nella spalla di Kaku.
    «Molto bene. Grazie» sorrise di nuovo il Mago. Lasciò il capello riccioluto dove si trovava e dispose le sue carte tutte intorno, a formare un cerchio sul tavolo.
    «So che sei scettico...» commentò dinnanzi alla faccia disgustata di Lucci. «Ma ti ricrederai.»
    «Dubito fortemente.»
    «Se lo provoca di nuovo, giuro che lo ammazzo!» sussurrò Jabura tra i denti. Kaku gli fece cenno di stare in silenzio, incapace di distogliere gli occhi dalle dita del Mago che interrogava i tarocchi.
    «Prima di iniziare, voglio essere sicuro che tu comprenda cosa c'è in ballo...» fece Hawkins. Aprì i palmi delle mani a pochi centimetri di distanza dal tavolo, quindi li sollevò e le carte li seguirono, levitando tutte insieme e disponendosi in aria, perpendicolarmente al ripiano.
    Jabura e Kaku trattennero il fiato, con gli occhi spalancati. Lucci fissò gelido il volto di Hawkins attraverso il cerchio che formavano le carte, senza un'ombra di stupore.
    «Dimmi, Rob Lucci» lo interrogò il Mago con una faccia egualmente inespressiva «Sai cosa sono gli Intercessori Alfa?»
    «I Sognatori» rispose Lucci, annoiato. «Gli intercessori che contribuiscono in maggior misura alla nostra esistenza.»
    Era un argomento elementare: tutti i mondi conoscevano gli Intercessori per il semplice motivo che erano stati creati da essi. Il mondo di One Piece, per esempio, era stato generato da un ragazzino poco più che adolescente, Eiichiro, che viveva in una terra chiamata Giappone, e che tutti conoscevano come l'Intercessore Zero, o semplicemente il Creatore. Gli Intercessori Alfa erano nati in seguito, quando Eiichiro aveva fatto il grande salto, rivelando il Sogno ai suoi simili. In altre parole, gli intercessori erano gli amanti e gli appassionati di One Piece, che lo avevano sostenuto e alimentato per oltre venti lunghi anni.
    «Molto bene. Allora sarà tutto molto semplice da comprendere, per te.» Hawkins fece schioccare le dita e all'improvviso le candele dentro la tenda si spensero, come per una folata di vento invisibile. Jabura e Kaku sobbalzarono sui loro posti. Lucci rimase impassibile, la schiena dritta contro la poltrona. Allora il Mago cominciò a sfiorare le carte, che presero a ruotare come una piccola ruota panoramica, illuminandosi di una tenue luce viola.
    «Il potere dei Sognatori confluisce nei nostri corpi e si fonde con la nostra essenza. Essi non ci hanno generato, ma ci alimentano, plasmano le nostre azioni, influenzano i nostri pensieri, la nostra vita fuori dal cosiddetto "universo canon"...»
    «E menomale, cazzo!» bisbigliò Jabura, e Kaku annuì con un sorriso. Per quelli come loro, personaggi secondari del Sogno di Eiichiro, i sogni degli Intercessori Alfa erano praticamente la vita stessa: anche se l'Intercessore Zero aveva smesso di sognarli, loro continuavano ad esistere grazie ai Sognatori, che li immaginavano coinvolti in avventure sempre diverse e sorprendenti.
    «...Qualche volta, le loro energie influenzano persino i Creatori, come immagino saprai...» proseguì Hawkins «Del resto, tu stesso sei tornato nei Sogni di Gold e di Stampede grazie al supporto dei tuoi Alfa.»
    «E dunque?» Lucci cominciava a spazientirsi. Non capiva il motivo della lezioncina e non aveva idea di dove volesse andare a parare.
    Le labbra di Basil Hawkins si piegarono in un sorriso che forse voleva essere benevolo, ma non ci riuscì nemmeno alla lontana.
    «Hai mai visto la luce dei tuoi Sognatori, Rob Lucci?» con questa domanda, Basil Hawkins batté un palmo sul tavolo e quello venne avvolto da una fiammata viola.
    «Ma che cazzo!?» trasalì Jabura, col primo istinto di afferrare Gatto e Giraffa per la collottola e trascinarli fuori, ma poi si rese conto che le fiamme erano un'illusione. Bruciavano senza danneggiare il tavolo, e, cosa ancora più stupefacente, rivelavano dei bagliori intorno ai loro profili, dapprima invisibili.
    «Ma... questa...?» domandò Kaku, osservando l'aura verde smeraldo che emanava il suo corpo.
    «È la luce dei tuoi Intercessori Alfa» spiegò Hawkins. «Tutti ci auspichiamo di averne almeno uno. La luce è tanto più grande ed intensa quanto più sono numerosi i Sognatori, e quanto più forte è il loro potere.»
    «Però...!» commentò tronfio Jabura, contemplando la sua aura rosso fuoco «La mia è molto più brillante della tua, Kaku!»
    «Non mi pare proprio...»
    Poi accadde qualcosa che richiamò la loro attenzione. Un bagliore intermittente, simile ad una luce psichedelica. I due agenti del CP0 si voltarono e videro Lucci avvolto da un'aura splendente, di un color oro intenso, decisamente più estesa della loro e di quella di Basil Hawkins. Solo che...
    Un nuovo calo di tensione. L'aura di Lucci smise di splendere, per riaccendersi incerta un attimo dopo.
    «Ti si sta fulminando la lampadina, gattaccio!?» lo canzonò Jabura, ma Kaku lo zittì all’istante, la fronte corrugata e lo sguardo teso.
    «Che significa?» chiese Lucci gelido.
    «Non ci sei già arrivato?» Hawkins lo scrutò coi suoi occhi penetranti e annunciò, gravemente: «Uno dei tuoi Intercessori Alfa sta svanendo. E come puoi vedere tu stesso, sembra trattarsi di un Sognatore molto potente.»
    «Che!?» sussultò Jabura, e Hattori si agitò sulla spalla di Kaku, preoccupato.
    «Calma. Lasciamolo finire» mormorò il più giovane agente del CP0.
    Lucci osservò la sua aura che andava e veniva. «Perché?»
    Hawkins raccolse il capello corvino tra le fiamme e lo pose al centro del cerchio dei tarocchi, dove rimase a fluttuare. «Scegli una carta e lo scoprirai.»
    A Lucci quella richiesta non piacque neanche un po'. L'intera situazione non gli garbava, ad essere onesti. A convincerlo fu solo una consapevolezza segreta, che si portava dentro e di cui non aveva fatto parola con nessuno, di un senso di stanchezza fisica e mentale. Era come se gli mancassero le energie, da qualche tempo. Così allungò una mano e scelse una carta dal cerchio. Appena la sfiorò, quella gli bruciò come ferro arroventato tra le dita, poi schizzò al centro del tavolo, tra le fiamme, e girò su se stessa: era la quindicesima carta degli arcani maggiori, il Diavolo.
    Stavolta Kaku e Jabura rabbrividirono visibilmente.
    «Come temevo» commentò tetro Basil Hawkins. «È una carta molto pericolosa. Capace di sedurre anche il Sognatore più fedele.»
    «Cosa? Che cosa stracazzo significa!?» si agitò Jabura. Anche se la profezia non era per lui, quella carta nefasta lo allarmava alquanto.
    «Un diavolo arriverà e ti porterà via la luce» predisse Basil Hawkins fissando Rob Lucci negli occhi.
    «Sii più preciso» gli ordinò il direttore del CP0, ora palesemente irritato. «Di quale diavolo stai parlando?»
    «Non ne so molto» rispose il Mago. «Sento che viene da un Mondo distante dal nostro, e che il tuo Intercessore è caduto in tentazione. Lo anela sempre più forte... lasciando da parte te
    Lucci fissò lo stregone per un tempo che parve eterno. Non una ruga sulla sua fronte, non una smorfia sulle labbra, né un'ombra nei suoi occhi che tradisse incertezza o paura. Alla fine si alzò di scatto dalla poltrona, e le carte ricaddero improvvisamente sul tavolo. Le fiamme si spensero, facendo ripiombare l'angusto spazio nel buio.
    «Non credo a queste fesserie» sibilò. Poi abbandonò la seduta, prontamente seguito da Hattori che gli svolazzò dietro, tubando ansioso.
    «Lucci...! Aspetta!» Kaku si alzò, confuso e alquanto scosso.
    «Andate pure. Il nostro tempo è scaduto» li congedò Hawkins senza scomporsi. Lo attendeva un altro appuntamento difficile con Kaido, di nuovo sull'orlo di una crisi esistenziale.
    «Ehi! E il mio consulto!?» saltò su Jabura.
    «Oh, Laura ti chiederà di sposarla.»
    «Cos... COSA!?»
    «Ma riflettici bene. Mi guarderei dalla sua famiglia.»
    Hawkins scostò la tenda e li invitò ad uscire.
    «Gra... grazie» borbottò Jabura, paonazzo e non meno scosso di Lucci e di Kaku.
    Kaku fece per seguirlo, ma all'ultimo istante un timore annidato come una spina velenosa nel cuore lo portò a rivolgersi nuovamente al Mago. «Signor Basil... Non sono un esperto, ma... non credo che nella lettura dei tarocchi serva usare capelli... Credo che questo genere di cose sia più usato...»
    Nella magia nera.
    Basil Hawkins scoprì i denti per la prima volta e sorrise davvero. Era un sorriso ampio e squisito, il suo. Un sorriso mefistofelico.
    «Grazie per aver scelto le mie accurate profezie. Alla prossima.»

    Edited by Vegethia - 29/2/2020, 15:04
     
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